Il romanzo

Parigi, 1863. Gli affari della Maison des Coquillages, un bordello di lusso situato nella campagna di Montmartre, sono assai floridi, la clientela abbondante e le ragazze che vi lavorano hanno trovato un'isola felice.
A differenza della stragrande maggioranza delle case di piacere francesi, alla Maison le prostitute, con un'età che varia dai tredici ai trentun anni, godono di privilegi impensabili per l'epoca. Belle, pulite, raffinate, ottime conversatrici le diciotto ragazze della Maison sono ambite da tutta Parigi, e persino i più incalliti moralisti sembrano celare col disprezzo il puro e semplice desiderio.

Assoluta padrona e creatrice della Maison des Coquillages è Madame Dauphine Sabatière, una trentenne volitiva, colta e bellissima, elegante e scaltra come una gatta. Più che una semplice maîtresse, la Sabatière rappresenta una sorta di "condottiera", la sacerdotessa di un sano peccato contrapposto alle pastoie moraliste del Secondo Impero di Napoleone III.

Saldamente ancorato alla realtà storica, La casa delle conchiglie è popolato di personaggi realmente esistiti (Courbet, Manet, Dumas, Nadar, Flammarion, Kardec, ecc.) e offre al lettore eventi celebri come quello del Salone dei Rifiutati nel quadro di una narrazione in cui l'arte, l'amore sensuale e la libertà di espressione si contrappongono in una vera e propria guerra contro censori e adoratori della morte. Un romanzo sia storico che weird, che deve molto a Zola, a Maupassant e a Lovecraft, in cui il sense of wonder si manifesta nell'immagine di una vagina dischiusa e dove il pessimismo cosmico viene, spesso e volentieri, seppellito con una dissacrante risata.