I personaggi storici

Gustave Courbet (1819-1877). Indomito spirito libero, saldamente ancorato a un sensuale realismo, Courbet era un artista e un uomo senza mezze misure. Capace di suscitare sia scandalo che profonda ammirazione, stravolse lo stile pittorico della propria epoca, rifiutando i miti e le allegorie tanto in voga. Fa il proprio ingresso alla Maison con l'irruenza che lo contraddistingueva, ruggendo le proprie idee come un leone e, di capitolo in capitolo, si fa spazio sino a diventare uno dei protagonisti assoluti, tanto che l'ultima parte del romanzo prende il titolo da una delle sue opere più celebri, quell'Origine del mondo che, nella finzione, viene pensata proprio nel bordello di Madame Sabatière.

Camille Flammarion (1842-1925). Astronomo, spiritista, divulgatore e visionario, è uno delle personalità più intessanti nella Francia dell'Ottocento. Inteletto autenticamente antiantropocentrico (si legga il suo Il mondo prima della creazione dell'uomo per farsene un'idea) fa il suo ingresso nella Maison des Coquillages ancora molto giovane, e lì, pur non  disdegnando le ragazze, pensa soprattutto alla scienza e alle sue infinite meraviglie. La sua filosofia permea l'intera vicenda: una continua sovrapposizione di mondi e un dialogo vitale tra passato, presente e futuro, nel nome della sorprendente meraviglia che scaturisce dalla scoperta della realtà.

Purtroppo poco conosciuto e tradotto in Italia, Nicolas-Edme Rétif detto Restif de la Bretonne (1734-1806) è, molto più del suo odiato avversario, il Marchese de Sade, l'ispiratore della Casa delle Conchiglie. Essendo morto ben prima dello svolgersi dei fatti, non compare, ma aleggia in modo più o meno esplicito in tutto il romanzo. La Maison potrebbe essere intitolata a lui: un luogo dove si celebrano le gioie del sesso, senza pudori, senza crudeltà e senza l'assurdo spauracchio del peccato. E così, l'autore dell'Anti-Justine diventa anche una sorta di esempio contemporaneo di sana immoralità: non soltanto dei costumi, ma prima di tutto delle idee.

Nadar, pseudonimo di Gaspard-Félix Tournachon (1820-1910). Uno dei padri della fotografia. Entra alla Maison per questa ragione, fare foto. E con lui entra la fotografia stessa che, immediatamente e inevitabilmente, diventa pornografica. Un omaggio dovuto e sentito per migliaia di cartoline erotiche che nel giro di pochi anni invadono la Francia e il mondo intero, e su cui (altrettanto immediatamente e inevitabilmente) si concentrano condanne e scandali, perché fin da subito la nudità e l'amore appaiono ben più spaventosi di qualsiasi altra cosa. Un po' come accade oggi, nella nostra "civiltà" così idiota da censurare capezzoli ma lasciar transitare qualsiasi immagine di violenza.

Marcelin-Émile-Isidore Planat, detto semplicemente Marcelin (1829-1887). Grande caricaturista ed editore geniale, compare nel romanzo per via di una coincidenza: l'anno in cui si svolgono i fatti, il 1863, non è soltanto quello del Salon des Refusés, ma anche la data di nascita della La Vie Parisienne, creata proprio da Marcelin. Quindi costui fa il suo ingresso nella Maison: doveroso omaggio al padre del genere di rivista, sensuale e ironica, stuzzicante e leggera, che l'autore – se disponesse dei mezzi – non ci penserebbe due volte a ricreare... Altro che plumbea pesantezza postmoderna!... Altro che paturnie sessuofobiche!...

Allan Kardec, pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail (1804-1869) è probabilmente il personaggio realmente esistito più maltrattato del romanzo. Non mette nemmeno piede nella Maison: in fondo cosa ci sarebbe andato a fare? Però si parla diffusamente di quella che in molti considerano la sua invenzione: lo spiritismo. Quanto a Kardec, di lui si dice questo, tra le mura del bordello di Madame Sabatière: “Si aspetta dagli spiriti il suo stesso contegno e la sua santità. È un uomo assai pio, arciconvinto che le sue opinioni siano sempre condivise dal Signore. Misura il creato, visibile o invisibile, col proprio righello. Che disgraziatamente per lui, è piuttosto corto.”